Eucaristia perché?

È una domanda che sorge spontanea in ogni cre­dente. Vuol dire: perché Gesù l’ha istituita? Che signi­fica l’Eucaristia per il cristiano? I perché sono conge­niti alla nostra natura umana. Il senso del limite della ragione, i condizionamenti della materialità e del tem­po ci impediscono di entrare nel campo del mistero che appartiene alla fede. Solo con la fede, nella fede e per la fede possiamo credere alle verità proposte dalla Parola di Dio. L’Eucaristia, perché? La risposta potreb­be essere molto ampia, ma sono sufficienti tre indica­zioni essenziali.

Il primo perché: Gesù dopo la sua risurrezione non ha voluto lasciarci soli. Nell’Eucaristia è con noi: sarò con voi sempre”. La strada della vita è lunga, fa­ticosa e lui vuole camminare con noi per parlarci, per sostenerci, per consolarci. La sua compagnia è vitale. Il Verbo incarnato continua ad essere presente perché non lo dimenticassimo, perché potessimo ricorrere a lui in ogni situazione. La sua missione redentrice e salvatrice è viva ed operante oggi come quando era in mezzo agli uomini.

Il secondo perché: noi materialmente, psicologi­camente e moralmente siamo fragili, siamo soggetti a scoraggiamenti ed esposti a gravi problemi di ogni ge­nere nel corpo e nello spirito. Il Signore con l’Eucari­stia ci vuole sostenere, fortificare, si vuole unire a noi per essere in comunione con noi. L’Eucaristia “pane di vita” viene mangiata, assimilata. È la divinità, la per­sona di Gesù con la sua potenza e la sua santità che viene a noi. Noi siamo in lui e lui è in noi. Siamo il corpo di Cristo, il suo tempio (cfr. 1Cor 6,15; Ef 5.3). Con Gesù in noi la vita può essere meno complicata, il cammino più spedito, i problemi più risolvibili. “Voi che siete affaticati ed oppressi venite a me ed io vi risto­rerò” (Mt 11,25).

Il terzo perché: l’Eucaristia è memoriale della pas­sione e morte del Signore. Si rinnova, si riattualizza continuamente nella Chiesa. Celebrare l’Eucaristia è ricordare quello che Gesù ha fatto per noi, inoltre è la sua partecipazione alle nostre sofferenze.

Nell’Eucaristia che si celebra, Gesù ci invita ad aver fede, ad abbandonarci come lui al Padre sulla croce, ad avere speranza perché la meta finale è la ri­surrezione, la vita eterna. Eucaristia, perché? Perché il tempo infrange sogni e attese della vita, e noi ci sen­tiamo fragili di fronte ai conflitti interminabili della quotidianità. Perché la paura, la stanchezza dei gior­ni, i flagelli del vento avverso spengono l’entusiasmo e il vigore delle ricerche e dei traguardi raggiunti.

Al di là del limite, contro la fralezza dell’essere, al di sopra delle resistenze a non credere c’è il pane del viaggio, l’Eucaristia. Gesù è vivo e presente oggi in mezzo a noi, ripercorre realmente, anche se invisibil­mente le strade del nostro percorso esistenziale. Sono solamente alcuni dei tanti perché dell’istituzione del­l’Eucaristia in quella sera del Giovedì santo, alla vigi­lia del ritorno di Gesù alla gloria del Padre.

L’Eucaristia è progetto eterno di Dio, sintesi di tutto l’itinerario salvifico. Nella prima Alleanza sono prefigurati molti segni e simboli dell’Eucaristia che preannunziano e profetizzano questo grande mistero di fede. L’evento è un fatto singolare, straordinario che inizia nel tempo e si sviluppa nella storia. L’Eucaristia evento perché? Perché abbraccia tutta la realtà miste­rica del Signore Gesù Cristo.

È evento la nascita a Betlemme del Verbo incarna­to, la vita trascorsa a Nazareth, vissuta nel silenzio, nell’umiltà e nel lavoro quotidiano, l’apostolato, l’an­nuncio della Parola di salvezza, i miracoli: tutti i segni contenuti nell’Eucaristia.

È evento la Passione di Gesù. L’Eucaristia è me­moriale: riattualizzazione della sua crocifissione e morte che continua nella Chiesa e fa rivivere ciò che Gesù ha fatto. La sua passione-morte, oggi, è testimo­nianza dell’amore di Dio e comunione con la sofferen­za umana.

È evento la sua Risurrezione. Perciò ogni volta che si celebra si annunzia, si proclama il Cristo Risor­to. L’Eucaristia è un segno escatologico della vita che verrà. È la Pasqua che si rivela e si celebra nel tempo, ma la sua origine è nel pensiero eterno di Dio. “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui…” (Gv 1,1,3). È l’Evangelista Giovanni che all’inizio del quarto Vangelo apre il mi­stero della redenzione con l’avvento del Verbo incar­nato. Egli era da sempre nell’eternità, poi in un tem­po determinato diventa uno di noi.

Tutto converge all’Eucaristia: presente, futuro ed eternità. Gesù è il Signore del cosmo, profezia, salvez­za, punto di partenza e di arrivo di tutta la Rivelazio­ne. L’Eucaristia è Gesù nella sua totalità e pienezza. Lui è Principio e Fine di tutto. “Egli era l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, poiché per mezzo di lui tutte le cose sono state create, quelle nei cieli, e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibi­li…” (Col 1,15).

Dire Eucaristia è proclamare Gesù Figlio di Dio, Redentore – Salvatore. Questa verità teologica – eu­caristica invita a conoscere, approfondire questa ve­rità di fede, esorta a credere alla sua presenza nel­l’Eucaristia, a riceverla, a celebrarla.

Nell’Eucaristia si attua una profonda comunione spirituale: Gesù in noi, noi in lui. Mangiare è assimi­lare, è avere la sua stessa vita divina, è configurazione a lui. Quale grande mistero! L’evento si ripete, si rin­nova ogni giorno. Il compimento e la pienezza sarà nell’eternità.

La vita di ogni fedele è legata indissolubilmente al sacramento dell’Eucaristia. Non si può separare la fe­de e la vita del credente dall’Eucaristia, come non si può scindere l’esistenza dalla necessaria alimentazio­ne.

Conosciamo bene dall’esperienza, l’avventura del­la vita. Si nasce senza nostro consenso, si vive nel mondo esposti a tutte le evenienze: gioia di vivere, di conoscere, di essere liberi, felici, di correre verso il domani e le conquiste del futuro. Dall’altra parte ci sono anche innegabili aspetti negativi: solitudine, tri­stezza, avversità, malattie, incidenti, morte. La vita va e viene. Ondate di luce, spazi di ombre e nuvole nere minacciano l’esistenza.

L’Eucaristia è il prolungamento dell’incarnazione. Gesù viveva in mezzo alla gente, annunciava il regno di Dio, compiva miracoli, pronunciava parole di con­solazione, di speranza e di salvezza, così anche oggi opera allo stesso modo: “Cristo ieri, oggi e sempre”. La sua missione continua ancora. Per questo è venuto, è morto e risorto.

L’Eucaristia è la continuità della missione di Ge­sù. Se così non fosse verrebbe meno la sua promessa: sarò con voi sempre”, “fate questo in memoria di me”. L’Eucaristia è vita: “Io sono il pane della vita”. Che si­gnifica? Essa, è dentro il nostro tempo, nelle nostre si­tuazioni, nella realtà dei nostri giorni. Durante l’itine­rario quotidiano quanti problemi, incontri, sorprese, novità, fatti, eventi.

L’Eucaristia è presenza del Figlio di Dio nel nostro tempo segnato con il sigillo della sua morte-risurrezione che ha trasformato in tempo sacro della reden­zione e della salvezza.

L’Eucaristia è nel Tabernacolo, in ogni chiesa, per­ché il Signore vuole incontrare, parlare, guarire, con­solare come faceva durante la sua vita con tutti quelli che lo cercavano. La sua missione continua. A lui si può confidare solitudine, amarezza, difficoltà e dram­mi della vita. Quella presenza silenziosa, povera è operante in mezzo a noi. Lui ripete ancora con forza: abbiate fede in me”. “Voi che siete affaticati e stanchi venite a me, io vi ristorerò”. Ricevere l’Eucaristia è ac­cogliere l’esortazione di Gesù: “prendete e mangiate questo è il mio corpo, prendete, bevete questo è il mio sangue”. Lui vuole essere il sostegno nel cammino di ogni giorno.

La celebrazione eucaristica riattualizza l’evento del suo sacrificio, per la nostra salvezza. Partecipare alla celebrazione è unire la propria sofferenza a quel­la del Figlio di Dio.

A Lanciano contemplando l’Ostia fatta Carne, il vino diventato Sangue, troviamo conferma della pro­messa di Gesù, certezza nell’istituzione dell’Eucari­stia. Questo Miracolo richiama alla memoria, fa rivi­vere la Cena del Signore in quella sera memorabile del Giovedì santo.

Per chi crede, il tempo è come un amico che cor­re con noi per accompagnarci verso la vita. Non sia­mo soli, c’è il Figlio di Dio presente nell’Eucaristia. La parola tempo potrebbe apparire inaccostabile ad Eu­caristia, ma essa è stata istituita in un giorno, in un’ora precisa.

Oggi continua a perpetuarsi nei secoli attraverso la mediazione della Chiesa depositaria dei beni spiri­tuali proclamati da Gesù. L’Eucaristia si celebra e si tramanda al futuro attraverso il segno del pane e del vino insieme alle parole della consacrazione. Essa, ora, in forma e dimensione diversa continua il miste­ro dell’incarnazione, perciò rende presente, vivente ancora oggi il Signore.

La sua presenza riempie il tempo e accompagna la Chiesa verso il futuro. Per questo l’Eucaristia è il se­gno escatologico (tempo della fine), annunzio del­l’eternità. Il tempo nella sua realtà essenziale può es­sere definito cosmico e storico. Il primo riguarda il movimento degli astri, il ritorno delle stagioni. Il tem­po storico è il tempo in cui viviamo e registriamo gli eventi, i fatti, le situazioni che si imprimono nel no­stro essere, nel nostro vivere.

Il Signore con l’incarnazione è venuto nel tempo e nella storia umana. Ha sacralizzato e santificato il tempo cosmico e storico. Con lui ha origine il tempo della conversione e della salvezza. L’Eucaristia è defi­nita anche viatico, pane del viaggio. È il viaggio verso il futuro, verso l’eternità. Tutti conosciamo la fatica del cammino: stanchezza, delusioni, malattia, morte, speranze e aspirazioni alla felicità. Gesù pane di vita è il nostro viatico.

Non siamo soli. Lui vive e cammina con noi in questo tempo dell’esistenza. Perciò la fede nella sua presenza è come lampada che illumina e sostiene il nostro quotidiano. I giorni, gli anni, i secoli seppelli­ranno le tracce del nostro passaggio terreno, i ricordi svaniranno, la storia continuerà il suo corso, gli uomi­ni continueranno a nascere e a morire, ma l’Eucaristia resterà fino alla fine, anche quando noi saremo oltre il tempo, nell’eternità.

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